Bollicine Francia
Showing 1–12 of 25 results
Albert Beerens
Albert Beerens è un piccolo recoltant-manipulan, proprietario di sette ettari di vigneto. Le tenute di proprietà si sbriciolano nei comuni di Arrentières, Colombé-le-Sec. Ailleville e Bar-sur-Aube.
Il parco vigne aziendale è orientato principalmente alla produ- zione di chardonnay, pinot nero e meunier ma sono presenti anche parcelle vitate a pinot bianco e pinot grigio.
La conduzione delle vigne è particolarmente attenta e rispettosa dell’ambiente: l’inerbimento dei terreni è totale, viene promosso l’utilizzo esclu- sivo di fertilizzanti organici ed è escluso l’utilizzo di prodotti di sintesi. Beerens fa parte dell’associazione Terre Vitis ma è in atto un percorso agricolo che si manifesterà a breve con una completa conversione al bio- logico.
Erede della tenuta familiare, Anne-Laure Beerens, ispiratrice e moto perpetuo, è oggi a tutti gli effetti sul ponte di comando e porta nella gestione dell’azienda, tutto il suo entusiasmo e il suo dinamismo. La sua conoscenza del territorio e le sue idee originali, si oggettivano in vini dinamici, puri e succulenti, perfetto mix fra tradizione e contemporaneità.
Alsace Willm
A 36 Km a sud di Strasburgo, sulla strada dei vini di Alsazia, si trova l’azienda ALSACE WILLM con i suoi bei vigneti.
Alsace Willm fu fondata nel 1896 dalla famiglia WILLM.
Verso il 1920 conobbe grande rinomanza internazionale, e nel 1930, appena dopo l’abolizione del proibizionismo, Willm fu il primo produttore alsaziano ad esportare i vini negli U.S.A.
Oggi Willm produce un’ampia selezione di vini di alta qualità, compresi alcuni Grand Cru, prodotti con uve raccolte nel proprio Domaine.
Tradizione e tecniche moderne vengono bilanciate nella produzione dei vini:
– Grandi botti in legno per la fermentazione e affinamento dei vini riserva, Grand Cru, vendanges tardives e Sélection de Grains Nobles.
– Acciaio inox per i Vins de Sélection
Champagne Agrapart
Azienda fondata nel 1894 ad Avize, nel cuore della Côtes des Blancs, da Arthur Agrapart.
Lo Champagne Agrapart è, fin dalla creazione dell’azienda, uno Champagne di Récoltant Manipulant (R.M.), in effetti, le generazioni di viticoltori appassionati che si sono susseguiti sono sempre intervenuti sulle differenti fasi della vinificazione, dal lavoro in vigna all’imbottigliamento e alla commercializzazione.
Il Récoltant Manipulant ha questo privilegio, perché gestisce e controlla ogni momento, dalla maturazione delle sue uve all’evoluzione del suo vino.
Champagne Brimoncourt
Brimoncourt è una moderna Champagne House, situata ad Aÿ, nel cuo re della regione dello Champagne.
Dal 2008 la Maison è guidata dall’eclettico Alexander Cornot, che ha dato la sua personale impronta a tutte le creazioni Brimoncourt, all’insegna della delicatezza, leggerezza e ricerca dell’eccellenza. Per farlo ha scelto di affidarsi ai migliori Crus dello Champagne, così da ottenere vini di grande qualità e dalla personalità spiccata, che sono anche uno stile di vita, un’espressione di gioiosa raffinatezza ed eleganza
Champagne Francis Orban
Francis Orban è un giovane récoltant manipulant che nasce nel 1980 e finisce I suoi studi di viticoltura ed enologia nel 1999.
Nel 2007 decide di produrre la sua propria marca di Champagne, risultato dell’eredità del savoir-faire della famiglia e delle sue personali esperienze. Infatti, la storia della sua famiglia in Champagne inizia quattro generazioni prima, quando il bis-nonno Léopold Orban, pioniere della spumantizzazione nel villaggio di Leuvrigny, decide di produrre questo vino. Le successive generazioni si concentrano sulla vendita dell’uva e solo Francis ricomincia la produzione di Champagne.
Champagne Jacquesson
Dal 1798 questa Maison porta il nome del suo fondatore.
Fin dall’inizio il commercio fu prospero, grazie alla qualità dei vini elaborati.
Lo Champagne Jacquesson fu il preferito da Napoleone, e nel 1810 l’Imperatore a seguito di una sua visita diede il più alto riconoscimento dell’epoca per un’impresa commerciale, una medaglia d’oro per “la Beauté et la Richesse de ses Caves”.
Oggigiorno la Maison Jacquesson & Fils è fiera di seguire le tracce dei suoi gloriosi fondatori e concentra i suoi sforzi su una produzione annuale di circa 250.000 bottiglie, con metodi di elaborazione non industriali, dedicati ai più alti standard di qualità.
Questa antica ma piccola maison di Dizy, alle porte di Aÿ, sotto la guida saggia e ambiziosa dei fratelli Chiquet, è indubbiamente una delle grandi realtà della regione dello Champagne.
Malgrado il successo, la produzione non è mai stata gonfiata, e gli approvvigionamenti di uve provengono essenzialmente dai vigneti di proprietà di 28 ettari, di cui 11 situati nella Côte de Blancs, ad Avize.
Una vinificazione rigorosa, seguita da un invecchiamento ottimale, inducono a mettere sul mercato le cuvée millesimate in funzione della loro maturità anziché in ordine cronologico.
Un dosage molto basso (tutti i millesimati sono elaborati come extra-brut) preserva la finezza e la purezza del vino.
Champagne Jean Velut
Gli antenati della famiglia Velut hanno prodotto vino fin dal XVI secolo. Verso la metà del 1900 una nuova generazione di viticoltori scoprì le potenzialità di un territorio nascosto sui dolci pendii di Montgueux, nell’Aube, una landa solo apparentemente anonima. Tra questi coraggiosi sognatori, Jean Velut e sua moglie Huguette iniziarono a sviluppare a piccoli passi la notorietà di Montgueux. Il loro figlio Denis ampliò i vigneti e nel 1976 avviò la produzione propria di Champagne. Con pazienza, la reputazione delle cuvée si è fatta strada e ora tocca al giovane Benoît rivelare al mondo questo terroir letteralmente unico.
Champagne Rémi Leroy
Rémi Leroy, enologo e ingegnere agronomo laureatosi a Bordeaux nel 2006, conduce una proprietà famigliare di circa 9 ettari situata a Meurville, nella Côte des Bar (Aube). I terreni argilloso-calcarei, formatisi nel giurassico superiore, sono per la maggior parte collinari, formazioni del “Kimméridgien”, tipici della zona dello Chablis.
La particolarità del cru di Meurville, oltre al piccolo spessore degli strati di terra sovrapposti, è però dovuta anche alla presenza sull’altopiano che domina il paese, di un terreno di tipo “Portlandien”, con suoli ancora più poveri. In queste difficili condizioni naturali, la vite si trova a dover combattere per la propria crescita. Il risultato di tutto ciò è una rimarchevole tipicità, che si riflette nei vini.
Champagne Roger Pouillon & Fils
James, giovane vignaiolo, aveva fatto evolvere le abitudini di suo padre scoprendo per esempio le vasche smaltate al posto delle vecchie botti, il trattore idraulico in aiuto ai cavalli con il carro, le «giropalettes» in complemento ai «pupitres» … il progresso tecnico era rivoluzionario nella pratica e nello spirito.
Fabrice, a suo turno, apporta idee nuove. Lavora con pratiche colturali rispettose dell’ambiente, nei sui vigneti pratica una viticoltura artigianale e ragionata. All’ora dello «sviluppo duraturo» James e Fabrice vogliono essere pionieri nel mondo viticolo. Quanto all’attività commerciale, esse si diversificano permettendo di esportare gli Champagnes Pouillon all’estero (Stati Uniti, Giappone, Emirati Arabi, Italia, Belgio, Canada, Australia e Inghilterra).
Le esportazioni rappresentano oggi 30% delle vendite che raggiungono 85.000 bottiglie annue. Speriamo che Louis, Paul e Pierre-Marie apporteranno, quando sarà il loro turno, una nuova pietra a questa bella creazione.
Château de Bligny
L’azienda può contare su un patrimonio storico, architettonico ed enologico senza precedenti e vanta una caratteristica singolare: quel- la di essere l’unica tenuta in tutta la regione della Champagne a beneficiare del titolo di Château. Il castello è legato sin dall’inizio della sua storia alla produzione di vini ma lega le sue alterne fortune a questioni di natura ereditaria ed economica (la filossera, ad esempio, distrusse completa- mente il vigneto di Bligny), tanto che tra la ÿne dell’ottocento e i primi anni del novecento, lo Château fu addirittura sotto la gerenza del tribunale di Bar- sur-Aube. Ed è proprio a margine di questo sfortunato periodo che subentrò la ÿgura chiave del Barone De Cachard, proprietario capace di orientare deÿnitivamente l’indole dello Château, e di tutto il territorio di Bligny, alla produzione di vini spumanti. Negli anni ’40, l’occupazione tedesca spazzò via tutto il lavoro dei De Cachard e dopo la guerra ricominciò il walzer dei cambi di proprietà, durato ÿno alla ÿne degli anni novanta quando la tenuta fu acquistata dalla famiglia Rapeneau, sedotta da un terroir atipico e desiderosa di preservare il patrimonio storico, architettonico e vitivinicolo del castello. Il clima di Bligny è veramente singolare: rigido, continentale con influenza oceanica e temperatura media di 15°C. Anche il suolo ha un ruolo importante nello stile dei vini che qui vengono prodotti: i terreni sono ricchi di calcare kimmeridgiano con venature di argille. Oggi, Château de Bligny è circondato da trenta ettari di vigneto – principalmente pinot nero e chardonnay – ed è certifificato per HVE (alto valore ambientale). Le vigne sono distribuite su otto appezzamenti tra cui un Clos che vede colti- vate al suo interno tutte le sette le varietà tradizionali della regione.
Cottet Dubreuil
L’azienda nasce nel 1985, dall’unione sentimentale e professionale di Alain Cottet, botanico parigino, e Claudie Dubreuil, erede di una del- le più antiche famiglie di Courteron. Oggi, l’afÿatato duo può contare sull’aiuto dell’appassionata figlia Claire, che integra e supervisiona il lavoro dei genitori. Claire, che vanta studi in viticoltura ed enologia ed esperienze nei vigneti di tutto il mondo, sta aggiungendo il suo tocco personale, con- creto e attuale, unendo abilità e conoscenze ancestrali ad una innovativa creatività. Cottet-Dubreuil, dispone di sei ettari di vigne, suddivisi in una ventina di parcelle che si estendono lungo le pendici della Senna, nei paesi di Courteron, Plaines-Saint-Lange, Gyé-sur-Seine, Neuville-sur-Seine e Buxeuil. Qui la famiglia possiede venti appezzamenti con toponimi signiÿ- cativi come: La Commelle, La Lampe, Les Ensinges,Valgré, Pousseloup, Eval- lons. Le vigne, caratterizzate da pendenze decise e terreni di epoca kimmerid- giana (ricchi di marne, calcare ed argilla), sono perfette per la coltivazione del pinot nero ma nell’economia aziendale gioca un ruolo fondamentale anche lo chardonnay, al quale è destinato un quarto della superficie aziendale. Il focus agricolo verte sulla preservazione dell’equilibrio naturale: la terra è lavorata con cura maniacale, vengono utilizzate pratiche agricole integrate e gli interventi sono minimi. La tenuta è certificata HVE (Alto Valore Ambientale). In cantina la mano è dolce: le vinificazioni oculate, i lunghi affinamenti sui lieviti, il ruolo del dosaggio, non sono casuali e tutto è pensato per rendere onore a territorio, complessità e bevibilità.
Delamotte
Un grande Champagne è prima di tutto un grande vino. Con questa premessa si presenta la Maison Delamotte, “sorella” di Salon ed anch’essa situata a Le Mesnil-sur-Oger, villaggio Grand Cru della Côte des Blancs. Fondata a Reims nel 1760 da François Delamotte, è la quinta Maison di Champagne in ordine di anzianità. Solo alla ÿfine del XVIII secolo, Alexandre Delamot- te acquista una villetta nel villaggio di Le Mesnil-sur-Oger sotto la quale costruisce le cantine: l’idea è di essere vicino ai fornitori delle uve più preziose, quelle di Chardonnay.
La Maison prospera pur rimanendo di dimensioni contenute (si producono attualmente intorno alle 700.000 bottiglie), conosce due importanti salti di qualità nel 1975 e nel 1988. La prima data coincide con l’arrivo dell’enologo di Bordeaux Alain Terrier, il quale si occupa di riconcettualizzare lo stile maison profondendo la sua filosofia che vede lo champagne innanzitutto come “vino di piacere”. Viene dunque abbandonata la vinificazione in legno per passare all’acciaio, convinto che il vino non debba essere influenzato da alcun aroma estraneo e, quindi, esprimere con la massima purezza e intensità il terroir e la varietà. è il 1988, invece, quando Delamotte si unisce a Salon. Nel 1997 subentra alla direzione delle due aziende “sorelle” l’abile Didier Depond, come ultimo tassello del percorso di crescita delle due Maison.