Rosati Francia

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Alsace Willm

A 36 Km a sud di Strasburgo, sulla strada dei vini di Alsazia, si trova l’azienda ALSACE WILLM con i suoi bei vigneti.
Alsace Willm fu fondata nel 1896 dalla famiglia WILLM.

Verso il 1920 conobbe grande rinomanza internazionale, e nel 1930, appena dopo l’abolizione del proibizionismo, Willm fu il primo produttore alsaziano ad esportare i vini negli U.S.A.
Oggi Willm produce un’ampia selezione di vini di alta qualità, compresi alcuni Grand Cru, prodotti con uve raccolte nel proprio Domaine.

Tradizione e tecniche moderne vengono bilanciate nella produzione dei vini:

– Grandi botti in legno per la fermentazione e affinamento dei vini riserva, Grand Cru, vendanges tardives e Sélection de Grains Nobles.
– Acciaio inox per i Vins de Sélection

Château Barbeyrolles

Nel 1977 Régine Sumeire acquistò Château Barbeyrolles, una proprietà di dodici ettari situata ai piedi di Gassin, uno dei tre villaggi nella penisola di Saint-Tropez. Fu amore a prima vista per questa proprietà che gode di una bellezza unica e magica, che ha stregato negli anni molti artisti, tra cui il pittore Charles Camoin. Subito dopo l’acquisizione, a partire dal 1978, iniziarono i lavori per il rinnovo dei vigneti. Le prime bottiglie di Château Barbeyrolles furono commercializzate nella primavera del 1982. Tra il 2004 e il 2005 venne costruita una nuova cantina secondo il principio della gravità, comprendente due presse idrauliche Coquard, utilizzate in aprticolare nella regione dello Champagne. L’azienda oggi è ancora guidata da Régine Sumeire, che forte degli insegnamenti tramandati dal padre e dal nonno, conduce l’azienda con grande passione, trasmettendo a sua volta tutta la sua esperienza e la sua dedizione al suo team multigenerazionale e al nipote Pierre-François de Bernardi. La filosofia di Château Barbeyrolles è il risultato di una lunga tradizione familiare improntata alla viticoltura naturale. Dal 2005 tutti i vigneti sono coltivati nel rispetto della produzione biologica e biodinamica a partire dall’annata 2000.

Château de Pibarnon

Alla fine degli anni ’70 il Conte Henri de Saint-Victor acquistò una piccola proprietà a La Cadière d’Azur, nel cuore della Provenza viticola. La tenuta, che all’epoca si estendeva per poco più di 4 ettari, oggi ne conta 50 ed ha una forza produttiva considerevole, visto il territorio in cui opera (quasi 200.000 bottiglie prodotte).

Attuale gerente dello Château è Eric de Saint Victor, figlio di Henri e figura di spicco all’interno della denominazione Bandol; Eric, senza pec- care di immobilismo, è stato capace di portare avanti in maniera eccellente l’egregio lavoro paterno, continuando nel solco della tradizione e nell’assoluto rispetto territoriale.

Protagonista delle vigne di Pibarnon è la Mourvedre, varietà dall’appeal mediterranea, declinata in grandi rosati e monumentali vini rossi (memorabile scorrendo indietro nel tempo è il Bandol Rouge 1990 inserito nei 100 vini da leggenda di Silvie Girard).

La Mourvedre ha necessità di insolazione e calore e trova nell’area di Bandol, con le sue 3000 ore di sole, le caratteristiche climatiche ideali. L’enclave produttivo di Pibarnon, oltretutto, si avvale di una condizione peculiare: le brezze che arrivano dalla vicinissima costa creano un’alternanza di temperatura perfetta per la maturazione graduale delle uve e le soventi precipitazioni piovose non creano quasi mai casi di stress idrico. Il risultato nel bicchiere è fenomenale: il filo diretto con il terroir è evidente, anche nei tipici vini bianchi da uve classiche (clairette e bourbolenc).

Château La Tour de l’Evêque

La famiglia Sumeire, proprietaria dal 1933 del Domaine de Font-Freye, acquistò nel 1958 lo Château la Tour de l’Evêque, nei pressi di Pierrefeu, nel dipartimento del Var. La Tour de l’Evêque fu in passato residenza estiva dei   Vescovi di Tolone, il cui stemma è oggi riportato sulle etichette dei vini. Nel 1977 Régine Sumeire acquistò anche   Château Barbeyrolles, situato ai piedi di Gassin, uno dei tre villaggi della “Presqu’île de Saint-Tropez”. 78 sono gli ettari dei vigneti di proprietà a Château la Tour de l’Evêque e 12 quelli a Château Barbeyrolles. Seguendo la tradizione familiare improntata alla viticoltura naturale, dal 2005 tutti i vigneti sono coltivati nel rispetto della produzione biologica. Viene effettuata la selezione massale; alcune parcelle sono trattate con preparazioni biodinamiche ed i terreni lavorati con l’aiuto di cavalli. Le vendemmie sono sempre manuali in piccole cassette, con cernita  delle uve in vigna ed utilizzo di veicoli refrigerati per il breve tragitto fino alla cantina. Le vinificazioni di tutti i vini avvengono per gravità. Per bianchi e rosati si utilizza una pressa idraulica tipo Champenois, con pressatura delle uve intere non diraspate, senza follatura. Segue la fermentazione con lieviti indigeni, in contenitori inox a temperatura    controllata. Solo la Cuvée Noir & Or affina in barriques. Anche gli imbottigliamenti vengono effettuati con l’aiuto della gravità. I vitigni coltivati sono: Cinsault, Syrah, Grenache, Mourvèdre e Cabernet Sauvignon per quanto riguarda le uve rosse; Sémillon, Rolle e Ugni Blanc e per le bianche. Il terroir di quest’angolo di magica bellezza della Provenza dona vini robusti, minerali e profondi.

Domaine Bertagna

Nelle cantine del Domaine Bertagna la vinificazione viene effettuata con grande rispetto della materia prima: selezioni rigorose delle uve, giusta intensità nelle pigiature per l’estrazione del colore, aromi e tannini dei futuri vini, rispetto dell’attività dei micro-organismi indigeni, il tutto alla ricerca dell’autenticità e della purezza delle varie appellations.
L’affinamento in cantina avviene nelle cosiddette “pièces” o “fûts bourguignons”, botti da 228 litri. Ogni cru merita una scelta attenta dei legni. Le botti sono tutte di legno francese a grana fine proveniente dalle foreste di Allier, Bertranges, Tronçais e Vosges. In linea generale, per ogni cru viene utilizzato un insieme di vari legni al fine di apportare maggiore complessità aromatica anche se, ad esempio, il Clos Saint Denis matura particolarmente bene in botti da legni della foresta di Bertranges, mentre il Nuits St. Georges si integra perfettamente con le pièces dei Vosgi e del Centro.
La finezza del legno ha importanza fondamentale, così come la tostatura, che deve essere lenta e dolce. La percentuale di botti nuove varia in funzione del millesimo e in ogni caso l’influenza del legno sul vino non deve essere preponderante; in genere i Grand Cru vengono affinati in botti nuove per il 30-50%, i premier cru per il 20-30%, i “village” per il 20%.
Gli affinamenti in botte durano da 15 a 18 mesi per i cru rossi e 12-15 mesi per il Vougeot 1er cru bianco e per il Corton Charlemagne.

Domaine Neumeyer

La famiglia Neumeyer, viticoltori da tre generazioni, posseggono una quindicina di ettari, tutti nel comune di Molsheim, nel Bas-Rhin. Una parte di questi include uno dei Cru più deputati alla produzione di vini di qualità nella parte settentrionale della regione: il Brudhertal, climat d’eccezione per la coltivazione di Riesling, Gewurztraminer e Pinot Gris che grazie ai suoi terreni marnosi e l’esposizione a sud-est, regala vini potenti e dinamici.

In vigna, la famiglia Neumeyer, rifugge ogni tipo di meccanizzazione e da tempo sostiene un approccio agricolo misurato, atteggiamento sostenibile di recente oggettivato nella certificazione biologica.

In cantina il rispetto della materia prima è totale e lo stile di vinificazione non si discosta dalla tradizione, permettendo a varietà e Terroir di esprimersi alla massima potenza. Il risultato ultimo ci permette il confronto con vini dal tratto schietto, identificativi del territorio, godibili nell’immediato e di buona longevità.

Domaine Patrick Javillier

La famiglia Javillier, per decenni, ha fatto del mestiere di courtier (intermediario) la sua attività principale e, nel 1974, quando Patrick ha cominciato ad occuparsi delle questioni familiari, questo business aveva ancora un ruolo centrale nell’economia familiare mentre la gestione del piccolo platfond di vigne paterne (3 ettari), ricopriva un ruolo assolutamente marginale. Bisogna aspettare i primi anni ’90 affinché si possa vedere Patrick invertire la rotta, dismettendo completamente i panni del broker per iniziare a curare la vinificazione e la commercializzazione dei propri vini (in particolare bianchi): è proprio questo il momento in cui il Domaine assume un profilo analogo a quello che vediamo oggi, raggiungendo i 9 ettari.

Patrick Javillier è un perfezionista assoluto ed uno strenuo sostenitore dei lunghi affinamenti sulle fecce fini, gli unici capaci di amplificare, a suo avviso, l’espressività dei vini. Il rilascio sul mercato avviene normalmente dopo 14- 18 mesi di legno (la percentuale, bassissima, di rovere nuova viene variata in base alle peculiarità del millesimo e della vigna) e dopo un ulteriore affinamento in cemento, sempre sulle fecce. Javillier si concentra sulla vinificazione separata delle parcelle cercandone l’armonizzazione attraverso una personale interpretazione stilistica.

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