Rossi Francia

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Abbe Rous

Il nome Abbe Rous rende omaggio al sacerdote, che alla fine del XIX secolo, iniziò per primo a vendere il Banyuls in bottiglia, per finanziare la costruzione di una chiesa.
L’esperienza maturata da questa cantina permette lo sviluppo di una gamma di vini altamente espressivi nelle denominazioni Collioure o Banyuls. Forti di un savoir faire unico per la produzione di Banyuls e Banyuls Grand Cru, la loro gamma è di grande ricchezza.

Sotto la direzione di Jean-Pierre Papy, i vini di questa azienda soddisfano sia le esigenze di grandi tavoli gastronomici che quelli dei nuovi consumatori.
Il Banyuls è il vino che nel mondo, con il Barolo Chinato, è riconosciuto come l’abbinamento ottimale per accompagnare il cioccolato.

Alsace Willm

A 36 Km a sud di Strasburgo, sulla strada dei vini di Alsazia, si trova l’azienda ALSACE WILLM con i suoi bei vigneti.
Alsace Willm fu fondata nel 1896 dalla famiglia WILLM.

Verso il 1920 conobbe grande rinomanza internazionale, e nel 1930, appena dopo l’abolizione del proibizionismo, Willm fu il primo produttore alsaziano ad esportare i vini negli U.S.A.
Oggi Willm produce un’ampia selezione di vini di alta qualità, compresi alcuni Grand Cru, prodotti con uve raccolte nel proprio Domaine.

Tradizione e tecniche moderne vengono bilanciate nella produzione dei vini:

– Grandi botti in legno per la fermentazione e affinamento dei vini riserva, Grand Cru, vendanges tardives e Sélection de Grains Nobles.
– Acciaio inox per i Vins de Sélection

Ballot Millot & Fils

L’azienda Ballot-Millot, a conduzione familiare, è situata a Meursault dove possiede i suoi più pregiati Crus.
Offre altresì una delle migliori e più “gustose illustrazioni” di tutta la Côte de Beaune: morbidezza e fruttato nei grandi vini bianchi di Meursault e Chassagne Montrachet, ricchezza e delicatezza nei leggendari vini di Pommard, Volnay e Beaune.

Dal XVII° secolo le generazioni si susseguono ed operano con passione per mantenere l’entità aziendale e aumentare la sua reputazione.
Dal 2000 è Charles Ballot, quindicesima generazione di vignaioli, che perpetua questa tradizione, aiutato da suo padre Philippe.

Bouchard Père & Fils

Fondata nel 1731 a Beaune da Michel Bouchard, Bouchard Père & Fils, è una delle più antiche aziende vinicole della Borgogna, alfiere di una tradizione tramandata da 3 secoli e 9 generazioni. Nel 1775, Joseph Bouchard acquistò i suoi primi appezzamenti a Volnay nel famoso clima “Les Caillerets” e iniziò progressivamente ad ampliare i possedimenti familiari. Durante la Rivoluzione francese, i beni appartenenti al clero e alla nobiltà furono confiscati e messi in vendita ed il figlio di Joseph, colse l’opportunità di ampliare la tenuta di famiglia, in particolare acquisendo grandi vigne nel comune di Beaune. Il desiderio di costruire in Côte d’Or un parco vigne eccezionale si è perpetrato di padre in figlio e le acquisizioni nei migliori villaggi sono continuate per tutto il XIX secolo e di nuovo all’inizio del XX secolo.

Oggi la tenuta vanta 130 ettari di vigneti di proprietà, di cui 12 classificati Grand Cru e 74 ordinati come Premier Cru. Bouchard Père & Fils è un esempio unico in Borgogna e mette a disposizione un portfolio di territori incredibili: dal Montrachet al Corton, dalla vigna dell’Enfant Jésus al Bonnes-Mares, dal Meursault Perrières, ai grandi vini di Volnay; un corredo di parcelle mitiche impreziosito dalla presenza di 4 “monopole”.

Château Barbeyrolles

Nel 1977 Régine Sumeire acquistò Château Barbeyrolles, una proprietà di dodici ettari situata ai piedi di Gassin, uno dei tre villaggi nella penisola di Saint-Tropez. Fu amore a prima vista per questa proprietà che gode di una bellezza unica e magica, che ha stregato negli anni molti artisti, tra cui il pittore Charles Camoin. Subito dopo l’acquisizione, a partire dal 1978, iniziarono i lavori per il rinnovo dei vigneti. Le prime bottiglie di Château Barbeyrolles furono commercializzate nella primavera del 1982. Tra il 2004 e il 2005 venne costruita una nuova cantina secondo il principio della gravità, comprendente due presse idrauliche Coquard, utilizzate in aprticolare nella regione dello Champagne. L’azienda oggi è ancora guidata da Régine Sumeire, che forte degli insegnamenti tramandati dal padre e dal nonno, conduce l’azienda con grande passione, trasmettendo a sua volta tutta la sua esperienza e la sua dedizione al suo team multigenerazionale e al nipote Pierre-François de Bernardi. La filosofia di Château Barbeyrolles è il risultato di una lunga tradizione familiare improntata alla viticoltura naturale. Dal 2005 tutti i vigneti sono coltivati nel rispetto della produzione biologica e biodinamica a partire dall’annata 2000.

Château Clinet

Château Clinet è una piccola proprietà di Pomerol che negli ultimi 15 anni ha fatto grandi balzi in avanti ed ora produce uno dei vini più ricercati della regione. A partire dagli anni ‘90 i vini di Clinet iniziarono ad essere accostati a quelli di Pétrus, Lafleur e Le Pin. L’assoluta reputazione di Château Clinet è confermata dal punteggio di 100/100 assegnato da Robert Parker all’annata 2009. Château Clinet viene gestito dal 1998 dalla famiglia di Ronan Laborde.

Château d’Arlay

Château d’Arlay è un domaine familiare classificato “Monument Historique”, aperto al pubblico in estate, che per vocazione e tradizione produce vini dai lunghi affinamenti in legno, dotati di una stupefacente attitudine all’invecchiamento, nei quali le note del terroir si esprimono con freschezza ed eleganza.

E’ reputato il più antico Château di Francia, come attestano i documenti conservati nel castello fin dal 1070. Arlay non è stato mai né venduto né acquistato dall’anno della sua fondazione, fatto del tutto eccezionale. A causa di questa anzianità vitivinicola, per la fama conquistata nel tempo e per la loro qualità, i vini qui prodotti fanno parte dei “Grands Vins de France”.
Château d’Arlay viene spesso citato come un “grand cru” del Jura e gode di una forte immagine di qualità sia in patria che all’estero. La storicità dei vini è rafforzata dello stile delle etichette, mai più variate dopo il 1917.

Tutte le vigne, 21 ettari su terreni collinari, sono “vieilles vignes”, piantate nel 1953 e nel 1974. I vitigni coltivati sono Savagnin, Chardonnay e i rossi Trusseau, Pinot Noir (detto Norien) e Poulsard.
Le rese sono molto limitate, in media 30 Hl/Ha. Viene praticata la viticoltura biologica e biodinamica sulla metà dei vigneti e “raisonnée”, in sostanza biologica, sull’altra metà. Le vendemmie sono ovviamente manuali, con selezione delle uve. Secondo tradizione, l’assemblage delle uve avviene fin dal momento della vendemmia e mai partendo da uve vinificate separatamente.

I vini, compresi i bianchi, maturano in media 4 anni in vecchie botti di legno “ouillées” cioè colmate periodicamente per evitare l’ossidazione dovuta al contatto con l’aria, tranne che per il “Vin Jaune”, dove appositamente non si pone rimedio ai naturali cali di vino in botte.
Il terroir di Château d’Arlay deve la sua fama anche alle caratteristiche del sottosuolo marnoso e al fatto che i vigneti sono esposti in pieno sud, inconsueto per la regione. Le condizioni naturali distintive e la lunga tradizione permettono di produrre vini che sono la migliore espressione del Jura, anche se il conte Alain de Laguiche, proprietario di Château d’Arlay, sottolinea che “nous élaborons d’abord du Château d’Arlay, et non un simple Côte du Jura”, dando quindi priorità al concetto di “terroir” locale. Punto di vista non lontano da quello espresso dalle numerose citazioni in articoli di stampa, guide e libri sui più grandi vini del mondo, confermato dalla presenza nelle cantine e nelle carte vini dei più grandi ristoratori.

Château de Pibarnon

Alla fine degli anni ’70 il Conte Henri de Saint-Victor acquistò una piccola proprietà a La Cadière d’Azur, nel cuore della Provenza viticola. La tenuta, che all’epoca si estendeva per poco più di 4 ettari, oggi ne conta 50 ed ha una forza produttiva considerevole, visto il territorio in cui opera (quasi 200.000 bottiglie prodotte).

Attuale gerente dello Château è Eric de Saint Victor, figlio di Henri e figura di spicco all’interno della denominazione Bandol; Eric, senza pec- care di immobilismo, è stato capace di portare avanti in maniera eccellente l’egregio lavoro paterno, continuando nel solco della tradizione e nell’assoluto rispetto territoriale.

Protagonista delle vigne di Pibarnon è la Mourvedre, varietà dall’appeal mediterranea, declinata in grandi rosati e monumentali vini rossi (memorabile scorrendo indietro nel tempo è il Bandol Rouge 1990 inserito nei 100 vini da leggenda di Silvie Girard).

La Mourvedre ha necessità di insolazione e calore e trova nell’area di Bandol, con le sue 3000 ore di sole, le caratteristiche climatiche ideali. L’enclave produttivo di Pibarnon, oltretutto, si avvale di una condizione peculiare: le brezze che arrivano dalla vicinissima costa creano un’alternanza di temperatura perfetta per la maturazione graduale delle uve e le soventi precipitazioni piovose non creano quasi mai casi di stress idrico. Il risultato nel bicchiere è fenomenale: il filo diretto con il terroir è evidente, anche nei tipici vini bianchi da uve classiche (clairette e bourbolenc).

Château de Saint Cosme

L’azienda è nel cuore dell’area di Gigondas, in un contesto microterritoriale unico. Il sito originario racconta una storia antichissima, il vino in questa zona è prodotto sin dall’epoca dei Romani. La proprietà è in mano alla famiglia Barruol, vignaioli sin dal 1490, e Louis, attuale gerente della tenuta, rappresenta la XIV generazione. Château Saint Cosme possiede 15 ettari di proprietà, coltivati secondo i dettami dell’agri- coltura biologica, con una media di età nelle vigne che supera i 60 anni e rese produttive molto basse. Louis, è interprete attento e scrupoloso di un territorio molto particolare e solo apparentemente omogeneo. Gigondas, ed in particolare Saint Cosme, è un’area dalle innumerevoli sfaccettature (il corpo centrale dell’azienda poggia su 2 faglie geologi- che differenti che si intrecciano) e anche la vicinanza e l’influenza del Dentelles de Montmirail, rende tutto più complesso.

In una zona che normalmente fornisce un clima piuttosto mediterraneo, Saint Cosme si avvale di un microclima fresco che permette alle uve di essere raccolte tardivamente, e di restituire vini, allo stesso tempo, potenti ed eleganti, capaci di stupire in gioventù e regalare emozioni con l’invecchiamento.

Château La Croix des Pins

Situato a Mazan, al centro del dipartimento della Vaucluse, in zona classificata dall’UNESCO Riserva della Biosfera, il Château La Croix des Pins beneficia di una posizione ideale tra il Mont Ventoux e le Dentelles de Montmirail. I suoi 37 ettari di vigne si estendono tra queste bellissime montagne, in tre differenti appellations: VentouxGigondas e Beaumes de Venise. Tutti i vini vengono elaborati con passione secondo i principi dell’agricoltura biologica.

La storia del domaine risale al XVI secolo, quando un prelato del governo pontificio fece costruire in questa campagna una “bastide”, il cui carattere religioso è ancora presente in molte parti dell’edificio principale. Il Château La Croix des Pins fu uno dei primi produttori ad ottenere nel 1998 la certificazione “Bio”. Nel 2010 una nuova équipe guidata da Jean-Pierre Valade rilevò il domaine, con il progetto ambizioso di far rinascere lo storico Château, ristrutturando l’intera  proprietà e costruendo nuove cantine, alla ricerca dell’eccellenza nei vini.

I 22 ettari di vigneti situati nell’a.o.c. Ventoux che circondano la sede aziendale si trovano su un territorio particolare, composto da sedimenti depositati dal mare nell’era terziaria e che costituiscono la struttura calcarea del Mont Ventoux. La vicinanza del Mont Ventoux crea un microclima unico, motivo di eccezionale biodiversità. Il rispetto per la natura e per l’ambiente si traduce nel carattere eccezionale che pervade i vini di Château La Croix des Pins.

L’a.o.p. Beaumes de Venise è classificata dal 2005 parte della Vallée du Rhône. Château La Croix des Pins coltiva 4 ettari tra le “Dentelles de Montmirail”, dove produce un rosso elegante, con aromi fruttati.

I 7 ettari di vigneti nell’appellation Gigondas si trovano a un’altezza di circa 630 metri slm. I due vini rossi hanno una struttura importante e sono adatti all’invecchiamento; esprimono il meglio di sé dopo 5-7 anni di riposo in cantina.

Château La Tour de l’Evêque

La famiglia Sumeire, proprietaria dal 1933 del Domaine de Font-Freye, acquistò nel 1958 lo Château la Tour de l’Evêque, nei pressi di Pierrefeu, nel dipartimento del Var. La Tour de l’Evêque fu in passato residenza estiva dei   Vescovi di Tolone, il cui stemma è oggi riportato sulle etichette dei vini. Nel 1977 Régine Sumeire acquistò anche   Château Barbeyrolles, situato ai piedi di Gassin, uno dei tre villaggi della “Presqu’île de Saint-Tropez”. 78 sono gli ettari dei vigneti di proprietà a Château la Tour de l’Evêque e 12 quelli a Château Barbeyrolles. Seguendo la tradizione familiare improntata alla viticoltura naturale, dal 2005 tutti i vigneti sono coltivati nel rispetto della produzione biologica. Viene effettuata la selezione massale; alcune parcelle sono trattate con preparazioni biodinamiche ed i terreni lavorati con l’aiuto di cavalli. Le vendemmie sono sempre manuali in piccole cassette, con cernita  delle uve in vigna ed utilizzo di veicoli refrigerati per il breve tragitto fino alla cantina. Le vinificazioni di tutti i vini avvengono per gravità. Per bianchi e rosati si utilizza una pressa idraulica tipo Champenois, con pressatura delle uve intere non diraspate, senza follatura. Segue la fermentazione con lieviti indigeni, in contenitori inox a temperatura    controllata. Solo la Cuvée Noir & Or affina in barriques. Anche gli imbottigliamenti vengono effettuati con l’aiuto della gravità. I vitigni coltivati sono: Cinsault, Syrah, Grenache, Mourvèdre e Cabernet Sauvignon per quanto riguarda le uve rosse; Sémillon, Rolle e Ugni Blanc e per le bianche. Il terroir di quest’angolo di magica bellezza della Provenza dona vini robusti, minerali e profondi.

Château Mont Redon

Nella valle del Rodano meridionale le testimonianze di viticoltura sono antichissime e affondano le loro radici addirittura fino all’epoca romana. Il “Mourredon”, come veniva chiamato originariamente è uno dei territori che, nell’enclave di Châteauneuf, vanta la storia più profonda. Le prime tracce documentate della vocazione produttiva di questo terroir risalgono al 1344, quando Mont-Redon era sotto l’egida papale.

Storicità produttiva e valore agricolo sono i parametri che hanno reso quest’area ambita ed esclusiva, numerosi sono i passaggi di mano fra nobili della regione che ne contesero la proprietà.
Nel 1923, Henri Plantin comprò definitivamente la tenuta che originariamente contava appena 2,5 ettari di proprietà, ed ebbe la lungimiranza di accorpare altre parcelle e piantare vigneti sull’altopiano accanto al castello, caratterizzato dai terreni rocciosi e originariamente punteggiato da boschi: un contesto territoriale unico segnato climaticamente dalla presenza di venti (Mistral) che riducono l’umidità e dalla diffusione dei famosi ciottoli rotondi che con la loro azione termoregolatrice restituiscono calore alle vigne durante il giorno e allo stesso tempo mantengo- no freschi i terreni più profondi.

Lo stesso spirito di ricerca e approfondimento del territorio muove i discendenti di Plantin, che arrivati alla quarta generazione, hanno contribuito passo dopo passo alla definizione di quella che è oggi una delle realtà più dinamiche del territorio.

Attualmente, infatti, l’azienda possiede 186 ettari vitati di cui 100 nell’areale di Châteauneuf-du-Pape. La coltivazione delle vigne è classica, con un occhio alla sostenibilità, e vengono allevate tutte e 13 le varietà (tra uve bianche e rosse) ammesse dal disciplinare di produzione. Le vinificazioni sono rispettose e si traducono in vini dall’appeal tradizionale, essenziali e armonici, godibili nell’immediato e dall’interessante traiettoria in termini evolutivi.

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